Mercoledì delle Ceneri – 14 Marzo e I Domenica di Quaresima Anno B Domenica 18 Marzo 2018

Pubblicato giorno 1 dicembre 2018 - In home page

1MERCOLEDÌ DELLE CENERI

14 Febbraio 2018

Signore Gesù, ti domandiamo la conversione del cuore. Percorrendo con Te la strada che conduce alla tua Pasqua di croce e risurrezione, rendici capaci di vivere e operare secondo la tua Parola

I Domenica di Quaresima Anno B

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Genesi 9, 8 – 15   –     Salmo 24/25, 4-9   

    Prima lettera di San Pietro apostolo 3, 18-22                    

Vangelo    (Mc 1,40-4)

In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».

Riflessione sul vangelo

5248Un numero, quaranta, un luogo, il deserto. In mezzo, Gesù, figlio di Dio. Un quadro scarno, senza fronzoli, che proprio nella sua essenzialità si carica delle inquietudini e dei dubbi che accompagnano l’ uomo nella sua ricerca di risposte sul senso della vita, quando quest’ultima lo mette alla prova nel deserto della solitudine, del dolore, dell’angoscia.

Il percorso di ogni persona e che, per questo ha riguardato anche l’umanità di Gesù.

L’umanità, un terreno accidentato nel quale Dio si è voluto calare fino in fondo, sostenendo così la profonda alleanza che ci lega a Lui. C’era bisogno di mettere alla prova il figlio? Non penso. Credo invece nella volontà tutta divina di saggiare la difficoltà della carne di resistere alla tentazione, alla rinuncia, al sacrificio, attraverso Colui che spiritualmente era inattaccabile, per rendere così manifesta l’importanza della componente spirituale su quella materiale. Una specie di “riscaldamento” all’inizio della vita pubblica di Gesù, quando, già adulto, si apprestava a giocare su di un terreno insidioso la difficile partita dell’annuncio.

Mi immagino un Gesù che entra in campo con la maglietta numerata quaranta, pronto a giocare fino in fondo la sua partita, con l’avversario più subdolo, il diavolo, pronto ad entrare in ogni occasione a gamba tesa, complice di un arbitraggio a proprio favore perché gioca in casa: il mondo, il suo terreno, dove manipola e condiziona le scelte dell’uomo perché divenga schiavo dell’ avere, del piacere, del potere, incatenandolo alla finitezza umana. Finitezza umana per la quale Gesù giocherà la sua partita con lealtà e sacrificio, senza risparmiarsi, fino alla morte. Sembrava una partita persa, l’ennesima sconfitta del bene contro il male. Ha ribaltato il risultato ai tempi supplementari affermando la vittoria dello Spirito sulla materialità (l’allenamento nel deserto era servito), consegnando all’umanità il trofeo della vittoria: il Suo corpo e il Suo sangue che vengono innalzati nell’Eucaristia.

Sullo stesso terreno giochiamo anche la partita della nostra vita, alle prese con le difficoltà che ha incontrato Gesù, con l’avversario di sempre pronto a sfruttare la debolezza della nostra difesa. Possiamo contare però su di un grande allenatore, che prima di noi, ha vinto per tutti. Possiamo assistere alla partita come semplici spettatori, godendo o soffrendo del risultato che ne deriva non avendone però alcun merito, oppure indossando la nostra divisa da gioco (numero quaranta), lottando per il risultato finale. Il deserto è il campo di prova: quello dei sentimenti, delle relazioni, dell’egoismo, dell’arroganza. Solo mettendoci a confronto con i nostri demoni, le nostre paure, angosce, tentazioni, potremo diventare uomini più forti, in grado di scegliere il bene rifiutando il male. Il numero quaranta, che nelle scritture identifica un periodo di prova, all’improvviso, volere o no, si materializza nella nostra vita quando giungiamo alla mezza età: capita così che intorno ai quarant’anni si comincia a vedere la vita con uno sguardo diverso. Si sono concretizzati tanti progetti: una famiglia, i figli, un lavoro che hanno assorbito tutte le energie della giovinezza. E ora? I dubbi e le incertezze si fanno breccia nella nostra difesa che solo pochi anni prima pareva insuperabile. I capelli diradano, gli acciacchi aumentano, la parabola della vita diventa discendente. Una donna comincia a vedere sfiorire la bellezza sulla quale si basava la sua autostima con la comparsa delle prime rughe e dei capelli bianchi. I figli crescono in un mondo che ora incute timore per l’avvenire, il lavoro una merce rara che sempre di più svilisce i rapporti umani. I demoni materializzano le nostre paure inconsce. La lotta che ci oppone alla nostra finitezza umana è la stessa che ha affrontato Gesù nel deserto. Tocca a noi fortificare le nostre certezze affidandoci all’alleanza con Dio, come Gesù. Solo così, potremo guardare al futuro con un orizzonte che non si stempera nel tempo ma che acquista fulgore nell’eternità di Dio.

Resta una partita, però, che Gesù ci chiede di giocare già nel presente: anche dal nostro comportamento in campo scaturisce il risultato di una società migliore, spogliata della sua superficialità e apparenza, ricondotta all’essenzialità da rapporti migliori che possono trasformare il deserto in un giardino.

Gian Mario Garlando

Buona Quaresima !!